Scheda Film

Paese: Svezia, Germania, Gran Bretagna 24/04/2008
Regia: Ingmar Bergman
Durata: 99 min.
Data di uscita: 8 ottobre 1978
Rating IMDB: 8,2
Interpreti: Liv Ullmann, Ingrid Bergman, Lena Nyman, Halvar Björk, Marianne Aminoff

Sinfonia d’autunno

di Ingmar Bergman

In programmazione: 24/04/2008

Descrizione

In un villaggio tra i fiordi della Norvegia, Charlotte, affermata pianista, si reca dopo sette anni a far visita alla figlia Eva, sposata con un pastore protestante. La madre non sa di trovare anche l’altra figlia, Helena, malata da tempo, e che in passato aveva relegato in una clinica. Il dialogo tra Eva e Charlotte finirà col vertere su un doloroso passato di incomprensioni e mancanze, fino al momento in cui la madre deciderà di andarsene senza una reale conciliazione.
Di produzione norvegese, Sinfonia d’autunno appare probabilmente come il film più manierista di Ingmar Bergman, fu lo stesso regista ad ammetterlo, un dramma da camera a porte chiuse il cui obiettivo è spingere lo spettatore al dialogo con i propri fantasmi, alla pacificazione con se stessi attraverso l’altro. Da grande drammaturgo qual è, il cineasta orchestra una sonata d’autunno (nel titolo originale non compare la parola “sinfonia”) per due strumenti da sempre male accordati tra loro, posti su due lunghezze emotive diverse. In certo modo, la loro divergenza nel percepire l’essenza delle cose è rintracciabile per intero nella splendida sequenza in cui Charlotte suona al piano il Preludio n. 2 di Chopin invitando, poi, la figlia ad eseguire lo stesso pezzo per finire col criticarne, in maniera sottile quanto ferma, l’esecuzione. Come per il precedente L’uovo del serpente, realizzato sempre fuori patria, in Germania, l’ispirazione sembra essersi gelata in una concezione di spettacolo troppo chiusa, senza particolari slanci creativi, quasi fossimo spettatori di un riflusso di vecchie ossessioni. Tra i critici c’è stato anche chi si è intelligentemente chiesto se, nel rapporto dialogico tra le due donne, non vi fosse il desiderio di descrivere una sola unità: «Non potrebbe trattarsi di un esame di coscienza fatto dalla madre in forma allegorica? Le figlie allora rappresenterebbero l’una il suo fallimento come pianista, l’altra il suo fallimento come donna» (Alfonso Moscato, Ingmar Bergman. La realtà e il suo doppio, Edizioni Paoline, p. 68).
Come accade per quasi tutti i lavori del grande cineasta, i singoli contributi sono di primo piano, dalla fotografia di Sven Nykvist alla prova di due fuori classe della recitazione, sebbene un’insistita linearità, specie nell’organizzazione a flashback, tenda a licenziare un’opera senza particolare mordente espressivo. È il primo e unico film in cui Ingrid lavora con Ingmar: il loro rapporto lavorativo fu di grande stima, ma di non facile gestione.

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