In programmazione: 03/12/1998
Descrizione
Nel 1925 una madre di famiglia svedese ha una relazione con un giovane e racconta la sua storia allo zio prete. Si sente colpevole ma fino a un certo punto. Il gruppo Bergman in azione. La produttrice è la protagonista, moglie di Bille August, regista-amico-protetto-biografo del grande Ingmar. La regista è la grande Liv, che ha fatto tanti film col maestro e a di cui è stata moglie. Non è finita: la storia è stata scritta dal mostro sacro. Dunque, la Ullman aveva davvero poche possibilità di sottrarsi alla grande influenza. Infatti sembra di essere nel film di un Bergman svogliato. C’è proprio tutto: l’essenza, i dialoghi stilizzati, le inquadrature. Fa tenerezza sentire il prete Von Sydow che dice: “tutti credono che Lutero abbia abolito la confessione, non è vero, l’ha solo sostituita con le conversazioni private”. Ecco dunque emergere anche la chiave della paura mistica del vecchio regista – a sua volta figlio di religioso – tema immancabile di quasi tutti suoi film. Forse è un promemoria utile ai giovani: come studiare Bergman sul Bignami.