In programmazione: 10/12/1998
Descrizione
Nel 1839 un gruppo di neri si ribella e uccide l’equipaggio della nave Amistad che li stava trasportando da Cuba agli Stati Uniti per venderli come schiavi. Vengono catturati, e messi in prigione. Il processo che ne segue diventerà uno dei più importanti della storia d’America. Il nero Cinquè, capo degli africani, forte e intelligente, dignitoso, diventa un simbolo. Il cuore della questione è il fatto che i neri non sono schiavi, ma uomini liberi portati via dal loro paese, la Sierra Leone. Questa verità emerge. Ma c’è di mezzo la questione nord-sud. Il processo d’appello davanti alla corte suprema diventa politicamente decisivo, in sostanza, se gli africani saranno assolti il sud finirà per ribellarsi. L’arringa decisiva è dell’ex presidente e giurista leggendario John Quincy Adams (Hopkins): strepitosa (gli africani vanno liberati anche a fronte di una guerra civile), significativa del senso altissimo della libertà espresso dalla dichiarazione d’indipendenza. In questo senso il film crea un precedente di racconto, caricando la tensione e il finale liberatorio doppiamente, con due processi. Il film naturalmente funziona nel bene e nel male di Spielberg, efficace come sempre, furbo e perennemente nel segno delle scene madri. C’è stata polemica per l'”ispirazione”: Barbara Chase-Riboud, autore del libro La rivolta della Amistad ha accusato il regista di averla spudoratamente plagiata. Ma non ha chiesto danni. Forse è stata tacitata dalla promozione naturale che le ha portato il film, o forse da un congruo risarcimento.