Il prigioniero del Caucaso

In programmazione: 14/05/1998

Descrizione

Abdul-Murat, un contadino ceceno, prende in ostaggio due militari dell’Armata Rossa che vuole scambiare con il figlio, prigioniero dei russi. Un giorno i due tentano di fuggire. Il primo, un veterano di guerra, viene ucciso e il secondo, il più giovane, è ripreso e rinchiuso in un buco profondo, attorniato dall’odio degli abitanti del piccolo villaggio.

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Dry cleaning

In programmazione: 07/05/1998

Descrizione

Una giovane coppia annoiata, sposata da 15 anni, trova sollievo dalla routine della vita quotidiana tramite un bizzarro incontro con una drag queen.

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Keep cool

In programmazione: 30/04/1998

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Si tratta del primo film di Ymou ambientato al presente e senza la compagna Gong Li. Girato con la macchina da presa a mano mette in primo piano il bisogno del regista di rinnovarsi e di sperimentare. La storia è molto semplice, di sapore pirandelliano. Xiao Shuai è innamorato di una ragazza che ha rapporti con un riccone molto potente. Un giorno viene picchiato dagli scagnozzi del rivale. Durante il pestaggio il computer portatile di un passante viene rotto e questi vuole il risarcimento da Xiao Shuai. Lui invece vuole tagliare la mano del riccone e così si arma di mannaia. Grande ironia e qualche risata.

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La seconda guerra civile americana

In programmazione: 23/04/1998

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Il crescente divario tra paesi ricchi e paesi poveri, gli ininterrotti flussi dell’emigrazione, il sovrappopolamento, i problemi di ordine interno, ridisegnano, in un prossimo futuro, gli equilibri politici internazionali chiamando le grandi democrazie a nuove e drammatiche responsabilità. All’arrivo di un folto gruppo di orfani pakistani sfuggiti alla guerra che infuria con l’India, il governatore dell’Idaho, dovendo rispondere all’elettorato conservatore che lo ha appena portato al successo, decide di chiudere le frontiere. Il presidente degli Stati Uniti, consigliato da Jack Buchan, addetto alle pubbliche relazioni, lancia un ultimatum contro l’amministratore ribelle aprendo una crisi dalle imprevedibili conseguenze. L’emittente televisiva NewsNet mobilita cameramen e reporter per seguire la cronaca in diretta ed il pubblico segue con trepidazione, da un lato, il rifiuto del governatore di correggere la propria politica e, dall’altro, il risveglio di svariati gruppi nazionalisti che sbandierano il diritto all’autonomia: la guardia nazionale si schiera sul confine dell’Idaho pronta a dar battaglia ed ovunque si profila lo spettro della secessione. Mentre la seconda guerra civile americana sta, forse, per scoppiare, il governatore si preoccupa soltanto di venire a capo della turbolenta relazione extraconiugale con Helena Newman, inviata della NewsNet, che, per colmo dell’ironia, è di origini messicane… Il governo deve decidere il da farsi al più presto poiché sa che la gente è incollata ai televisori e che allo scoccare dell’ultimatum deve andare in onda l’imperdibile puntata di un’avvincente soap opera.
Negli Stati Uniti, la politica è scaduta a furiosa propaganda elettorale, i militari seguono il prestigio della carriera primeggiando nell’insulto verbale, gli immigrati della prima ora si rivelano razzisti dell’ultima ora, i giornalisti inseguono l’effimera gloria quotidiana della diretta, l’opinione pubblica è instradata e sballottata sui binari di una informazione manipolata. L’identità nazionale non esiste, la bandiera è il simulacro di campanilismi che il tempo ha soltanto assopito, i governi locali e la Casa Bianca sono nelle mani di uomini privi di personalità, dignità morale e di buon senso. Parafrasando lo slogan del governatore dell’Idaho contro l’immigrazione, si potrebbe dire che il film è “come l’America potrebbe essere” per Joe Dante: una polveriera pronta ad esplodere al minimo pretesto, ma che (forse e per fortuna) per le sue stesse irrisolvibili contraddizioni, non esploderà mai.Sulla scorta di una buona sceneggiatura di Martyn Burke e con la collaborazione del produttore Barry Levinson (apprezzato regista di Rain Man e Wag the Dog), Joe Dante costruisce il suo sarcastico “Dottor Stranamore” giocando tra caricature e verità, situazioni paradossali e lucida analisi sociologica. Il risultato fa riflettere. Merito anche di un cast notevole nel quale Beau Bridges (il governatore), Phil Hartman (il presidente), James Coburn (il suo consigliere) non oscurano le prove degli altri comprimari. Originariamente prodotto per la TV via cavo e distribuito, successivamente, nelle sale, il film è stato presentato in Italia al Festival di Venezia del 1997.

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L’ospite d’inverno

In programmazione: 16/04/1998

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Il film deriva dalla pièce di Sharman Macdonald, attrice e scrittrice scozzese. Sono cinque i personaggi: due adolescenti che scoprono il sesso, una fotografa che deve affrontare un lutto, due anziane sorelle che temono la morte. Il gruppo dialoga su questi aspetti. Rickman, che siamo abituati a vedere nel ruolo di cattivo, torna al suo grande amore, il teatro.

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Il sapore della ciliegia

In programmazione: 09/04/1998

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Iran, periferia sterrata e polverosa di Teheran. Un uomo gira con la sua automobile alla ricerca di qualcuno disposto, dietro compenso, a fare un lavoro per lui. I primi tentativi vanno a vuoto. Poi incontra un ragazzino curdo, nell’esercito per racimolare un po’ di soldi, e lo conduce davanti a una grosso buca. Il compito è quello di tornare lì la mattina successiva e chiamarlo due volte. Se non risponde, il ragazzo, aiutato da una pala, dovrà coprire il suo corpo con la terra.
È un film asciutto e rigoroso quello diretto da Abbas Kiarostami, che esige una visione impegnata. Un film con cui il cineasta iraniano si è aggiudicato la Palma d’Oro al Festival di Cannes e che è considerato da molti il suo capolavoro. Un film all’apparenza semplice, dall’intreccio esile, essenziale, ma in realtà profondamente complesso. Perché chiama in causa interrogativi esistenziali ed etici che sono antichi tanto quanto lo è la vita dell’uomo su questa Terra. Riflette sul suicidio Kiarostami e lo fa nella maniera che gli è più congeniale, con quello stile intriso di spoglio realismo e al contempo denso simbolismo. Così, mentre la macchina da presa pedina il signor Badii, che ha deciso di uccidersi ma cerca qualcuno disposto a spingerlo – o salvarlo – il regista solleva questioni che implicano riflessioni di matrice filosofica, e anche religiosa se vogliamo. Ma lo sguardo del cineasta, nel religiosissimo Iran, parte da una prospettiva chiaramente laica e di conseguenza non impone soluzioni dogmatiche precostituite.
Ispira un profondo senso di libertà il peregrinare di quest’uomo taciturno che fa gli incontri più disparati, tutti simbolo di un’Iran che, nonostante le agitazioni interne, accoglie a suo modo gli ultimi reduci di guerre più sanguinose, dal Kurdistan all’Afghanistan. Ma non è di politica che si interessa Badii, la cui vita sembra girare a vuoto, proprio come l’auto sulla quale viaggia alla ricerca di umana empatia. Una ricerca disperata, eppure stranamente calma, di qualcuno che lo convinca del perché la sua vita – di cui non conosciamo assolutamente nulla – sia o non sia così dannatamente meritevole di essere vissuta.
Ancora una volta, come spesso accade nei film del maestro iraniano, mentre ci chiediamo se la vita sia un dono, un dovere o una scelta, siamo al cospetto di pura poesia, espressa in maniera metaforica, tra le pieghe del rigore di un paesaggio scarno, arido, respingente, scavato dalle ruspe e attraversato soltanto dai camion, che vi si recano per seppellire la fine o costruire un nuovo inizio. Ma, in mezzo a tanta asprezza visiva, compare improvvisa la semplice genuinità di un sapore, appena evocato, quello della ciliegia naturalmente. Che può cambiare il corso di una vita.

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Go now

In programmazione: 02/04/1998

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Nick, operaio straordinariamente vitale, contrae la sclerosi multipla. Sa dunque che progressivamente finirà per non essere più padrone del suo corpo. Ma non si arrende. Lotta in palestra, lotta sul posto di lavoro. La sua ragazza è straordinaria, lo sostiene a oltranza. Lui vorrebbe lasciarla libera, lei lo ama davvero e affronterà tutto ciò che il futuro riserverà. Alla fine c’è il matrimonio e lui, penosamente, dolorosamente, balla con la sposa. Storia vera, e conosciuta, ma vitale, coinvolgente. L’uomo che non si arrende. Bravissimo Carlile che passa dal ruolo maledetto di Trainspotting a questo magnifico esercizio umano. C’è quasi imbarazzo, nel panorama del cinema di adesso, a parlare di una storia con qualche segnale di sentimento, e di speranza.

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Pane e fiore

In programmazione: 26/03/1998

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Un ribelle che vent’anni prima ha accoltellato una guardia dello Scià è diventato regista. L’ex guardia che si presenta a lui gli propone di diventare attore di un suo film. Si può tornare a narrare quell’episodio? Che ruolo sosterranno, nella finzione, coloro che ne furono i reali protagonisti? Makhmalbaf continua con originalità una ricerca sul cinema che troppi altri imitatori di Kiarostami hanno fatto diventare maniera.

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Cold comfort farm

In programmazione: 19/03/1998

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Inghilterra anni Trenta. Flora, rimasta senza genitori, va a vivere coi parenti contadini. Il suo modo di vedere la vita è letteralmente opposto a quello dei suoi ospiti, ma la ragazza ha dentro qualcosa di particolare. La sua vocazione a scrivere la fa diventare una buona interprete di caratteri. Alla fine, dove passa, le cose cambiano. Film “povero”, in odore di “free”, un po’ lontano dalle ultime opere di Schlesinger, ma non privo di qualche buona intuizione.

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Testimone a rischio

In programmazione: 12/03/1998

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Storia di Piero Nava che nel 1990 fu involontario testimone dell’assassinio del giudice Livatino ad opera della mafia. Nava dovrà testimoniare al processo, dunque fa parte del programma di protezione e la sua vita finisce di esistere, tutte le sue abitudini vengono stravolte, i rapporti con la moglie si fanno terribilmente complicati. Pozzessere ha scelto la via dell’introspezione piuttosto che quella del thriller. A questo punto, grazie alla Buy e a Bentivoglio, forse i due attori italiani con maggiore identità e appeal, il film era bell’e confezionato. Il regista non ha avuto bisogno di fare quasi nulla, e in effetti ha fatto pochissimo. La pellicola entra alla perfezione nel quadro del cinema italiano che fa gran fatica a emanciparsi dai soliti contenuti (cronaca, società e naturalmente mafia), diventando una sorta di ripasso di argomenti televisivi di cinque, sei anni prima.

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Padre padrone

In programmazione: 26/02/1998

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Gavino, un bambino sardo, studierebbe volentieri, ma a sei anni il padre già lo strappa dalla scuola per fargli fare il pastore. Un sopruso dopo l’altro (con tanto di botte), Gavino cresce. Va militare e comincia a leggere. Aiutato da un amico, riesce a farsi una cultura. Ma la lotta con il padre continua: finirà quando i due si scontreranno sul piano fisico e il giovane avrà la meglio. Gavino studia, va all’università e si laurea. La vita di Gavino Ledda, l’autodidatta scrittore, tratta dal suo libro.

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Il re dei giardini di Marvin

In programmazione: 19/02/1998

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Dario, un radiocronista che conduce una rubrica serale, è chiamato dal fratello ad Atlantic City per dargli consigli su un affare. La situazione familiare è estremamente intricata e termina con l’assassinio del fratello da parte della moglie. Dario torna alla sua radio e racconta, durante una lunga trasmissione, tutta la sua tragedia familiare.

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Nenette e Boni

In programmazione: 12/02/1998

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Nénette e Boni sono fratelli, separati dal divorzio dei genitori. La madre, che stravedeva per Boni, è morta. Ora lui fa il pizzaiolo a Marsiglia, vive in uno strano tugurio e non ha buoni rapporti con gli altri. Un bel giorno nel suo rifugio arriva la sorella Nénette, scappata dal collegio dove il padre l’ha piazzata. C’è un problema che i due devono risolvere, ma i loro rapporti non sono affatto facili.

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Tutti giù per terra

In programmazione: 05/02/1998

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Davide Ferrario dedica il film a Lindsay Anderson di cui conserva la rabbia anche se la maschera sotto uno stile da videoclip. Le vicende di Walter, che traggono origine dal libro di Giuseppe Culicchia, si sviluppano in una Torino a cui il protagonista è estraneo così come alla vita dei nostri giorni. Studente fuori corso di filosofia, disoccupato prima e obiettore di coscienza poi, vergine e privo di ideali il Nostro si sposta da una precarietà all’altra senza poter neppure sperare in un approdo sicuro.

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Relazioni intime

In programmazione: 29/01/1998

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Fine anni Cinquanta. Una donna matura, col marito alcolizzato, si innamora di un giovane pericoloso. La tragedia è dietro l’angolo. Film diretto e interpretato in stile televisivo ma con metodo.

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Nuvole in viaggio

In programmazione: 22/01/1998

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Marito e moglie in un momento molto difficile. Lui, autista di autobus, rimane senza lavoro, lei perde il ristorante che gestiva. Tentano in ogni modo di risalire la china. Lei finisce in un locale gestito da un malavitoso che non la paga. Lui tenta di rifarsi investendo quel poco che possiedono alla roulette. Perde. Quando tutto sembra perduto ecco che qualcuno dà una mano. I due possono aprire un ristorante, fare tutto per bene, aspettare che il primo cliente entri. Ed entra, con molti altri. La vita riprende, la fortuna ha girato. Ci si può rilassare qualche istante guardando le nuvole che viaggiano nel cielo. Basta niente al talentoso Kaurismäki per fare un ottimo film. Rigoroso e realista e senza bisogno del dramma finale.

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Lezione di tango

In programmazione: 15/01/1998

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Dopo l’ottima prova di Orlando la Potter torna alla regia con un film meno impegnativo, ma non per questo meno interessante, nel quale interpreta se stessa. Il film è ambientato tra Parigi e Buenos Aires. Una regista in crisi creativa sta cercando di scrivere una sceneggiatura e decide di prendere lezioni di tango. Nasce un sentimento tra la donna e il suo maestro di ballo, ma entrambi sono abituati a guidare e non a lasciarsi guidare. La Potter, che è anche una bravissima ballerina, è riuscita a unire la meccanicità dei passi del tango argentino, con la passione che suscita in chi lo balla. Splendide musiche da Gardel a Piazzolla.

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Nel profondo paese straniero

In programmazione: 18/12/1997

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Uno dei più grandi scrittori del secolo, René, è diventato cieco. Richiesto in tutto il mondo per tenere affollate conferenze, coltiva dentro di sé il desiderio di morire. Carpi continua coerentemente nella propria ricerca formale che opera sulla parola e sull’immagine per estrarre dall’una e dall’altra i significati più profondi. Cinema d’élite ma di indubbia qualità.

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Una scelta d’amore

In programmazione: 11/12/1997

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Ancora un film sull’IRA. Questa volta ci si occupa della resistenza opposta da Bobby Sands e altri suoi compagni di carcere ai metodi violenti del sistema penitenziario britannico. Nel momento in cui lo sciopero della fame sembra procedere verso l’autoannullamento quale posizione debbono prendere le madri dei detenuti? Stare al loro fianco nella lotta fino alla morte o cercare di sottrarli al martirio?

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Hamlet

In programmazione: 04/12/1997

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La storia di Shakespeare secondo Branagh. Ancora una volta il regista-attore inglese applica la sua filologia. Ancora una volta sfida Olivier, che aveva fatto aderire il poeta alla civiltà della prima parte del Novecento. Branagh fa la stessa operazione nell’era del magniloquente, del fasto e del budget. Siamo nel 1800 e i costumi sono quelli imperiali. Se si accetta la contaminazione, il film può anche funzionare. Anche se oltre quattro ore, seppure di belle immagini, sono davvero lunghe.

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Escoriandoli

In programmazione: 27/11/1997

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Il produttore di Ciprì e Maresco ha prodotto un altro film provocatorio, ma gli è mancata l’eco che i due astuti registi sanno suscitare attorno alle loro opere. Così Rezza, che non ha nulla da invidiare loro, mette in scena corteggiatori che invecchiano all’improvviso, poeti tormentati dal rimorso per aver pestato un piede, cadaveri parlanti e via riprendendo. Lo stile surreale è supportato da un’indubbia professionalità.

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La promesse

In programmazione: 20/11/1997

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Provincia di Liegi. Il quindicenne Igor aiuta il padre Roger il quale ‘importa’ immigrati clandestini che destina poi ai cantieri. Un giorno arrivano dal Burkina Faso Assita e Seydou, moglie e figlio appena nato di Hamidou il quale è caduto in un cantiere ed è deceduto perché Roger si è rifiutato di portarlo in ospedale, temendo gli ispettori dell’immigrazione. Prima di morire l’uomo ha chiesto ad Igor di badare a sua moglie e a suo figlio. Ora il ragazzo vuole mantenere la promessa.
È un film percorso dagli spostamenti di Igor questo primo ingresso nel mondo del cinema di finzione (dopo un importante percorso da documentaristi) dei fratelli Dardenne. Quel suo andare dalla casa al cantiere e da questo all’officina in cui fa il garzone fino al locale con tanto di karaoke in cui sembra poter ritrovare una sintonia con suo padre è indicativo di una ricerca di un baricentro. In assenza di una figura materna e circondato da un universo di solitudini anche Igor è profondamente solo. Finisce così con il trovare in Assita non tanto l’extracomunitaria da assistere in un pamphlet paraumanitario quanto una madre e soprattutto una solitudine a cui tendere la mano. Con un rischio fondamentale: perdere il padre a cui è inevitabile opporsi per mantenere una promessa che al contempo implica fino all’ultimo una omissione. Igor non dice ad Assita che Hamidou è morto perché teme di perderla ma non può rimanere in silenzio per sempre.
In un mondo che sembra ormai anestetizzato nei confronti della sofferenza altrui Igor reagisce e i Dardenne ne seguono la crescita interiore senza lasciarsi mai tentare dal cercare di suscitare nello spettatore una commozione forzata. Il loro è uno stile al contempo partecipe e controllato che viene sostenuto dalle interpretazioni di Olivier Gourmet (destinato a divenire il loro attore feticcio per il quale, magari anche breve, ma c’è sempre un ruolo) e di Jéremie Renier che tornerà ancora con il suo fisico esile e con sua nervosa dinamicità ad abitare il loro cinema. Un cinema che sa come stare dalla parte degli ultimi senza falsi pietismi e senza occultarne le contraddizioni. Un cinema quindi non ‘umanitario’ ma, fin dall’esordio, semplicemente umano.

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Big night

In programmazione: 13/11/1997

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Primo e Secondo Pilaggi, fratelli italiani emigrati sulla costa del New Jersey gestiscono un ristorante sull’orlo del fallimento. I due, per risollevare la situazione, decidono di organizzare una sontuosa cena nel loro locale, alla quale invitare il famoso musicista Luis Prime. Gustosa commedia-gastronomica ambientata negli anni Cinquanta.

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